La depressione è una delle patologie più diffuse e note fra i disturbi dell'umore trattati negli ambulatori di psichiatria.
Una malattia tanto comune quanto purtroppo, spesso, sottovalutata. Sottovalutata perché "giustificata" - nei suoi sintomi - come una normale reazione a un evento critico (perdita del lavoro, lutto, separazione ecc.).
Se è vero che nel corso della vita capitano eventi drammatici, è pur vero che vi è una soglia limite entro la quale contenere le reazioni a questi stessi eventi. Il rischio è quello di confondere la depressione/malattia con un momento passeggero di crisi, e di considerare normali quelle reazioni che non lo sono affatto, o che rischiano di prendere il sopravvento e ingenerare una depressione cronica.
I sintomi di una depressione invalidante sono spesso ignorati per tanti motivi. Oltre alla sensazione che vi sia il motivo giustificatore di una tristezza paralizzante, originata da un fatto accaduto (come la perdita del lavoro), un ostacolo al riconoscimento della depressione come patologia (vera e propria) è rappresentato dal pregiudizio, diffuso ancora oggi, del disagio psichico.
Questo fenomeno viene vissuto come una vergogna, una debolezza caratteriale, e la sensazione più comune che immobilizza le persone nel prendersi cura di sé, è la paura dello stigma. La paura di essere etichettati come persone affette dal disturbo mentale, come anche la paura dei trattamenti.
Superare questo atteggiamento è doveroso verso se stessi e le persone che vivono intorno a noi, perché la depressione è una malattia che ruba energia vitale. E per superarla, c'è bisogno di una terapia mirata.